di Simonetta Venturini
Tra i grandi rapaci migratori che si possono osservare in Liguria, il posto d’onore spetta forse al Biancone (Àgugia in genovese). Ha un’apertura alare di 160-180 cm e appartiene alla famiglia degli Accipitridi come l’aquila reale e i rapaci diurni di taglia media e grande, esclusi i falchi propriamente detti.
Deve il suo nome alla colorazione della parte inferiore del piumaggio che a colpo d’occhio appare bianca. In realtà sono presenti barrature scure sulle ali e chiazze, anche piuttosto estese, sul ventre. Possiede capo, gola e parte del petto bruno scuri. Si ciba quasi esclusivamente di rettili e viene anche chiamato per questo “l’aquila dei serpenti”: caccia questi ultimi dall’alto, restando sospeso alcuni minuti in volo. Questa tecnica è detta “spirito santo”. È presente in Europa nei mesi primaverili ed estivi e trascorre l’inverno in Africa. Il suo habitat è rappresentato da vallate con microclima caldo e asciutto, boschi radi di latifoglie e soprattutto conifere dove nidifica costruendo il suo nido sugli alberi. La Liguria è attraversata da importanti popolazioni di bianconi in migrazione sia autunnale sia, maggiormente, primaverile. Attorno alla metà di marzo il passaggio dei bianconi è notevole ed in generale si stimano fino a 3000 individui migranti nell’arco del mese.
La linea di passo che interessa la Liguria è concentrata sulle alture di Arenzano (Genova) dove la posizione geografica e la conformazione del territorio, con ripidi versanti e valichi, rappresentano un corridoio favorevole per certi uccelli migratori.
Nel corso delle sessioni di migrazione a cui partecipo da alcuni anni, ci occupiamo di conteggiare il numero di bianconi che passano dal 15 al 26 settembre e dal 10 al 21 marzo. Nel lungo periodo, i dati che raccogliamo consentono di valutare se esiste un incremento o un decremento nella popolazione della specie ed altri aspetti legati alle popolazioni in transito.
Le giornate di osservazione non sono mai uguali. In alcuni giorni si verificano passaggi di pochi individui, in altri il transito è abbondante ed intenso (il record è più di 1500 bianconi in un giorno). Non è facile conteggiarli quando arrivano da direzioni diverse, concentrati in gran numero e in un ristretto lasso di tempo; non formano stormi come le gru, ma spesso volano singolarmente o in piccoli gruppi. Il meteo influisce in modo determinante sulle giornate di migrazione. Il vento di tramontana, ad esempio, rende più faticoso e lento il volo. Il freddo e la pioggia diminuiscono la possibilità che questi rapaci hanno, di sfruttare le correnti termiche (correnti di aria calda che salgono verso l’alto alimentate dal sole che scalda il terreno) che li trasporterebbe in quota con poco sforzo fino a bloccare del tutto la possibilità di spostarsi in volo. Non amano attraversare il mare aperto dove le termiche non si formano; per questa ragione allungano anche di molto il loro volo verso i siti di nidificazione o svernamento. Se non volete perdere questo magnifico spettacolo, munitevi di binocolo e iniziate, nei prossimi giorni, ad osservare i rilievi; non resterete delusi.