Enrico Martini
Chi ha letto i miei articoli sul Notiziario sa che non sono tenero con l’italiano medio. Quanto alla breve sintesi che compare sul sito del nostro Pro Natura a proposito del coronavirus in Italia, il 7 marzo scorso l’avevo scritta e inoltrata al benemerito Marco Appiani perché la inserisse nel sito: non erano ancora circolate le notizie sull’estensione della zona rossa alla Lombardia e a tre province venete. Mi pareva che gli italiani si stessero comportando con equilibrio e compostezza, e lo avevo scritto. Che sbaglio, che delusione!
L’8-9 marzo Milano, e non solo Milano, si è spopolata: chi possedeva una seconda casa vi si è trasferito: un esodo di massa alla Ferragosto! Tutto lecito, a patto di rispettare nuove norme vigenti, ampiamente diffuse da stampa e TV, specie l’obbligo di evitare resse in luoghi pubblici.
Il 9 marzo mio figlio, sceso a Cogoleto (Genova) per fare la spesa, aveva trovato la passeggiata a mare talmente intasata, soprattutto da milanesi a spasso, che la ressa gli aveva impedito di transitarvi. L’ho scritto su Internet e ho ricevuto da vari miei corrispondenti, la notizia che la medesima situazione si è verificata da Albenga a Follonica, quasi al confine tra Toscana e Lazio, passando per Arenzano, Boccadasse, Sestri Levante, Forte dei Marmi, altre località della Versilia e giù fino alla provincia di Grosseto: ovunque, mi è stato scritto, una folla di nullafacenti aveva invaso gli spazi liberi sul mare per passeggiare, tutti ammassati insieme. Ciliegina sulla torta: mio figlio, in una strada interna, attendeva, sul marciapiede, che toccasse a lui entrare in un negozio di alimentari: un cartello avvisava che si sarebbero serviti i clienti uno alla volta e che si aspettasse fuori il proprio turno, ad almeno un metro di distanza l’uno dall’altro; dei milanesi avevano tentato di entrare tutti insieme; ripresi da mio figlio, avevano risposto: “Chi se ne frega? Tanto non ci sono controlli”. Mio figlio aveva chiesto: “Sapete che dovete informare l’autorità della vostra presenza qui, fuori sede?”. Identica risposta.
Italiano medio: ignobile concentrato di individualismo, egoismo, menefreghismo, presunzione, indisciplina, superficialità, idiozia; mancanza assoluta di senso civico e rispetto del prossimo. Il poeta satirico latino Giovenale aveva coniato un detto sintetico e veritiero: “Panem et circenses”: “Date alla plebe un po’ di cibo e dei giochi del circo: nient’altro chiederà”. 1900 anni non son serviti a migliorarci; basta sostituire pane e circensi con negozi di alimentari e seconde case in luoghi di villeggiatura. Con buona pace di chi doti positive possiede ed applica. L’onesto, corretto e rispettoso del prossimo ha ben diritto di affermare: “che schifo essere italiani”!